Buongiorno a tutti!^^
Questo periodo è un po' infernale e quindi ci sarò meno, anche per motivi di studio e per motivi personali.
Nonostante ciò appena possibile pubblicherò qualcosina, tra recensioni/segnalazioni/varie
1. Per prima cosa: buongiorno Stefano! Posso darti del tu? Spero che non sia un problema. Ora sciogliamo il ghiaccio
delle prime interviste –per me è così, almeno-. Tre fatti su di te che ritieni
importanti e condizionanti.
Certamente!!!
Anzitutto, grazie mille a te / Voi per questa bellissima opportunità! Dunque...
Sicuramente uno dei tre perni è la mia continua ricerca della verità,
personale, privata ma anche collettiva, corale. Umana. Il secondo potrebbe
essere la mia creatività, intesa come sfaccettatura, come essenza, non come
semplice aggettivo. Ho l'esigenza di esprimere quello che sento con qualunque
mezzo, sia esso musica, poesia, comics o racconto. Il terzo potrebbe essere
l'amore, vissuto, sognato, concreto o irreale, è comunque sempre presente nella
mia vita.
2.Rimaniamo sulle domande per conoscerti. Cos’è che
muove il “tuo mondo”? Non parlo strettamente di fisica, parlo di ciò che ti
spinge a continuare ciò che fai.
So
quello che dovrebbe muoverlo, spingerlo, alimentarlo. La consapevolezza. La
coscienza.
3. Bianco o nero?
Dovrebbe
essere bianco, spesso è nero. Dico grigio per una visione d'insieme, molto più
realistica.
4. I valori che
ritieni più importanti per te?
Sicuramente
la memoria. Ricordare quello che è accaduto. Agli altri, a noi stessi. Imparare
dagli sbagli. Crescere. Da lì parte tutto... Senza memoria non può esserci
niente.
5. Superare i
propri limiti o accettarli come tali?
Fare
il meglio che si può con quello che si ha.
6. Se l’arte non
fosse il tuo lavoro cosa credi staresti facendo adesso?
Forse
quello per cui ho studiato, che se vogliamo, è anch'esso un lavoro
"creativo" ossia lo chef.
7. Dalla tua
biografia si può vedere che ti destreggi bene tra le arti, quali scrittura,
sceneggiatura televisiva e probabilmente c’è altro che io sto scordando. C’è un
arte nella quale preferisci cimentarti?
Mi
sono di recente affacciato alla sceneggiatura, il mio "percorso"
parte dalla poesia per arrivare alla narrativa, ovvero storie brevi, romanzi e
graphic novel. Il linguaggio poetico è di certo quello che ha più sfaccettature
e possibilità, in tal senso. Ma è anche vero che la descrizione di una scena,
di un'inquadratura - nel caso dei comics - può davvero darti grandi
soddisfazioni se realizzate con tutti i crismi.
8. Scrivere è una passione
che porti dentro da tempo o è nata relativamente da poco?
Che
io ricordi ho sempre scritto, sin da quando sono stato in grado di tenere in
mano una penna. Storie, fiabe, racconti, fumetti... vago da sempre con la
fantasia, a quanto mi dicono!
9. Spesso, dietro
agli autori, si nasconde un grande lettore. E’ il tuo caso? Se sì, viene prima
la passione per la lettura o per la scrittura? Sia cronologicamente, che
d’importanza.
Vorrei
leggere molto, molto di più di quanto faccia in realtà... Sul mio comodino ho
una pila di opere in attesa di un attimo di respiro. Credo che tu abbia
ragione, comunque: non si è appieno scrittori se non si è anche lettori. La
lettura aiuta: forgia il linguaggio, amplia il lessico, ti immerge in
situazioni, realtà che non conosci. Ti apre la mente.
10. Entrambi i tuoi
scritti finora pubblicati “Gli orari del
cuore” (2016) e “I giardini
incantati” (2017) sono scritti in versi. Come mai hai scelto la poesia come
metodo di scrittura?
Saba
diceva che "La letteratura sta alla poesia come la menzogna alla
verità.". La poesia per me è sempre stato il linguaggio più semplice,
immediato, vero e puro a cui affidare le mie emozioni. Non nascondo che
l'incontro con Dante Maffia (che ho avuto la fortuna e l'onore di avere come
Professore di Lettere e Italiano alle Superiori) abbia, in tal senso, dato
ancor di più significato alla cosa.
11. Quali sono i
cambiamenti significativi tra i due scritti?
"Gli
Orari del Cuore" è un percorso, un cammino dall'adolescenza alla maturità,
con tutto quello che questo comporta... C'è crescita, c'è sentimento, c'è amore
spesso non corrisposto. "I Giardini Incantati" è un'opera più matura,
dove il riverbero della coscienza e della conoscenza, si affaccia nella vita di
un uomo con le sue colpe, i suoi amori, le sue gioie. E i suoi dolori.
12. Tre/cinque
aggettivi per descrivere ognuna delle tue opere.
Per
"Gli Orari del Cuore" direi bollente, convulso, feroce. Per "I
Giardini Incantati", invece, direi riflessivo, introspettivo, innamorato.
13. “I giardini
incantati” è dedicato a tutti i tipi di lettori o è consigliabile ad un qualche
gruppo in particolare?
È dedicato a coloro che credono ancora nella verità.
A coloro che amano. Che soffrono. Che
vivono.
14. Se dovessi
dedicare questo tuo ultimo libro a chi lo dedicheresti?
Probabilmente alle persone che contano davvero nella
mia vita.
15. Molto spesso le
persone tengono dentro le loro emozioni, i loro pensieri. Trascrivere ciò ha
portato dei benefici? Dare libero sfogo a questi flussi astratti aiuta?
Credo
che lo scrivere, il tenere fisicamente un diario su cui dare libero sfogo ad
emozioni e sensazioni provate, sia una delle terapie (almeno così vediamo nei
film e nella letteratura) più prescritte al mondo. Indubbiamente chi scrive per
"lavoro" - che deve essere prima di tutto una passione, altrimenti a
mio modesto parere, perde ogni senso - mette parte di sé, nei propri scritti. È
inevitabile. Molto però, sta all'abilità dell'autore che non deve, comunque,
inondare di tratti, riconoscibili solo a se stesso o ai propri familiari, perché,
anche se è vero che abbiamo tutti, molti tratti umani in comune... è un
rischio. Ho letto di recente un giallo italiano: mi sembrava di avere tra le
mani, durante la lettura, un quotidiano, più che un thriller... Una sensazione
davvero spiacevole. Penso ai casi "trattati" da Nero Wolfe, Maigret o
da Holmes... Ma anche ai libri della Christie, come metro di paragone -
giudizio.
16. Ti sei mai
pentito di aver scritto qualcosa di troppo intimo nei tuoi libri?
No.
17. Hai dei contatti
con i lettori, magari attraverso i social?
Sono
su Twitter e su Linkedin. Si, spesso e volentieri, anche durante le
presentazioni, avviene uno scambio che è molto, molto importante per me. Ogni
tweet, ogni messaggio, ogni segnale. Leggo sempre tutto e per me ogni frase,
ogni parola ha valore.
18. Per il futuro c’è qualcosa che bolle in pentola?
Dobbiamo tenerci pronti?
Si,
tenetevi pronti! Il mio primo romanzo è in cerca di Editore (anche se ho avuto
già diversi contatti che sto vagliando), poi una raccolta di racconti che è
pronta ad andare in stampa. Anche nel settore audiovisivo ci sono alcune
novità... Sto trattando con alcune società di produzione per il mio primo
lungometraggio, una storia delicata e a sofferta, a tratti. Poi c'è
"Fear", un teen drama che ha catturato l'attenzione di un paio di
network inglesi... Staremo a vedere!
19. Credi nella
felicità?
La vita è fatta di istanti. Di momenti felici. La
felicità costante non esiste.
20. Se dovessi dare
uno o più consigli a chi si sta avvicinando per la prima volta al genere
poetico, quali sarebbero?
Più
che un consiglio mi sento di citare un grande della poesia e della cultura
italiana, Umberto Saba: "Ai poeti resta da fare la poesia onesta.".
Siate onesti. Con Voi stessi e con i lettori. Sempre.
21. E se i consigli
fossero per chi si sta avvicinando al mondo della scrittura?
Non
ricordo chi ma qualcuno ha detto: Uno scrittore professionista è un dilettante
che non ha mollato. Non mollate. Mai. Leggete. Frequentate corsi di scrittura.
Leggete. E scrivete ogni cosa vi passi per la testa. Rileggete quello che avete
scritto. Più volte. Valutate. Ponderate. Soppesate. Almeno è ciò che faccio io
di solito...
22. Ti ringrazio
tantissimo soprattutto per la pazienza e per la disponibilità. Spero che le mie
domande non siano state fuori luogo o invadenti. Ho cercato di far conoscere un
po’ in più ai tuoi lettori e ai tuoi futuri lettori. Un ultimo saluto a tutti coloro che leggeranno quest'intervista.
Grazie mille!
Valeria.
Grazie
mille a te / Voi per la disponibilità e per la professionalità dimostrata!!!